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Vigilanza Ospedale affidata ai volontari, la nota del Consigliere Giglio

2 min di lettura

Ospedale Pugliese di Catanzaro

Dichiarazione del consigliere comunale Antonio Giglio:

“Torniamo nuovamente sulla questione dei servizi di vigilanza affidati ad associazioni di volontariato, in linea con le posizioni da noi già espresse nelle scorse settimane (e alla luce anche, ricordiamo, dell’importante intervento in merito delle sigle sindacali FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL, UIL TUCS), ampliando la portata del ragionamento ad altre situazioni che riteniamo essere di pubblico interesse.

Crediamo che la portata del problema continui ad essere sottovalutata, soprattutto con riferimento al rispetto delle norme vigenti in materia, al confine tra attività di volontariato e lavoro vero e proprio, all’impiego di denaro pubblico, alla tutela dei lavoratori/volontari. Ricordiamo che esistono affidamenti diretti del servizio di vigilanza, verso diverse associazioni di volontariato, nel complesso per svariati milioni di euro (nel precedente intervento ricordavamo come solo nel 2016 l’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro avesse versato nei confronti di quattro associazioni la bellezza di 866.748,15 euro).

La situazione, nell’Ospedale cittadino, è simile, e presenta aspetti ancora più singolari: ci risulta che una associazione di volontariato fornisca non solo addetti alla vigilanza, ma anche OSS, assicurando turni di operatori socio-sanitari nei reparti materno infantile, medico chirurgico, neuroscienze, oncoematologia, radiologia, pronto soccorso – solo per citarne alcuni – e turni di vigilanza, in forza della corresponsione (in ragione di una convenzione risalente al 2013) di circa 550mila euro all’anno, con fatturazione mensile (in pratica trattasi di rimborso di 9 euro per ogni ora contabilizzata).

Torniamo a chiederci: tale modo di procedere, seppure legalmente consentito, è pienamente rispondente alle esigenza di tutela degli stessi lavoratori/volontari (in ordine, anche, ad inquadramenti contrattuali, contributi, busta paga, sorveglianza sanitaria)? Perché non si attivano tutte le possibili strade per assicurare al “Pugliese-Ciaccio” l’espletamento dei concorsi di cui si parla nel decreto 50 adottato il 13 marzo, oppure autorizzare l’Azienda ospedaliera ad assumere gli OSS attivando lo scorrimento della relativa graduatoria, in attesa dell’espletamento delle eventuali procedure concorsuali?

Crediamo che assumere 30/40 operatori socio-sanitari a tempo indeterminato costerà, forse, meno di quanto paga all’associazione l’Azienda ospedaliera sotto forma di rimborso spese, e soprattutto serva a tutelare le prestazioni di persone che hanno investito sulla loro formazione, e si trovano in un meccanismo che, a nostro avviso, non fa altro che alimentare la precarietà”.

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