Vigor 1919, parla il portiere Michele Talarico
4 min readAlla base di un successo di una squadra, oltre alle capacità tecniche, c’è un aspetto ormai preminente: il gruppo. L’accordo, l’unione, la complicità, la solidarietà fra i ragazzi che la compongono.
Nella splendida e vincente Vigor 1919, il club creato nell’agosto 2017 dai tifosi per i tifosi, questi aspetti sono diventati postulati, dai quali non si è prescisso.
Uno dei portieri della squadra, Michele Talarico, classe 1988, incarna totalmente le prerogative su descritte. Solo 3 presenze per lui, ma una infinita voglia di rendersi utile per una squadra che da sempre ha visceralmente amato. Assiduo negli allenamenti, onnipresente, ha seguito la squadra nelle trasferte anche quando non figurava in Distinta.
“Sono molto legato ai ragazzi della Vigor – confida Talarico – Il ruolo di portiere è particolare, si sa che c’è un titolare e che c’è una riserva. Nessun problema a rispettare il mio ruolo di secondo. Per la Vigor avrei lavato anche le magliette. Quindi figuriamoci. Vengo dalla gradinata Est. Si può immaginare quale entusiasmo e orgoglio ho di indossare questi colori, questa maglia. Un onore assoluto per me”.
Casualmente la scorsa estate Talarico legge di uno stage organizzato dalla nuova Vigor dei tifosi per il 10 settembre..
“Ho sofferto molto per le vicende che hanno distrutto la Vigor e per la volontà di farla fallire – ricorda con amarezza il portiere – Un durissimo colpo. Era insopportabile pensare che la domenica la Vigor non ci fosse più. Casualmente ho letto dello stage e mi sono presentato spontaneamente. Peraltro all’inizio c’era anche il maestro Gianni Scardamaglia. Lo chiamo maestro perché sono stato suo alunno da bambino. Una garanzia di professionalità. A me sarebbe bastato dare una mano a quel bel progetto. Alcuni ragazzi li conoscevo e comunque essendoci un fortissimo filo conduttore comune, l’amore per la Vigor, è stato semplice fare gruppo, aiutarci fra noi”.
Michele Talarico è uno dei tanti che ha ripreso a giocare unicamente per partecipare alla rinascita della Vigor.
“Dopo le giovanili con la Fortitudo, ho privilegiato gli studi, per cui ho smesso col calcio – precisa – La passione del portiere è sempre stata viva, ma giocavo solo per hobby. Ho praticato e pratico tuttora il Pugilato, per cui mi tenevo allenato. Ultimamente ho dato più spazio alla squadra, agli allenamenti dove sono sempre stato presente. Una scelta di cuore. Ogni calciatore nel nostro piccolo, ha dato tanto. Devo ringraziare i ragazzi della Società, i compagni, anche la mia famiglia, per questa indimenticabile opportunità che ho avuto di giocare con la Vigor. Mi rimane il rammarico di non avere avuto l’occasione di giocare fra i pali al “D’Ippolito”.
Dai dubbi all’apoteosi.
“Dubbi ce n’erano per come siamo partiti – prosegue Talarico – Chiamandoci Vigor avevamo gli occhi puntati addosso. Quando però abbiamo capito cosa ci chiedevano i mister Notaris e Chirumbolo, è stata evidente la superiorità sulle altre squadre. In terza categoria in prevalenza si gioca palla avanti e pedalare, noi abbiamo scelto di giocare sempre la palla e fare gioco. Lì mi sono convinto che alla fine ce l’avremmo fatta. Nessuno ci ha regalato nulla, anzi . Poco da rimproverarci se non qualche piccolo errore in partite pareggiate”.
Michele Talarico è pronto a riprendere il suo ruolo di inguaribile tifoso vigorino.
“Riprenderò con il Pugilato, che rimane una valvola di sfogo, ma adesso mi corre l’obbligo di omaggiare soprattutto i nostri tifosi. Straordinari. Ci hanno seguito dappertutto. So cosa provano e quale fede li anima perché sono uno come loro, sono e sarò sempre di uno di loro”.
Domenica 20 maggio, ultima partita contro il Platania, Talarico spera di inanellare un’ultima presenza, ma l’evento più profondo al “Rocco Riga” di S.Eufemia Lamezia è un altro.
“Alle 14.30 saremo in campo ad allenarci con i bambini. Invito i genitori a portare i loro figli. Io stesso porterò mio nipote. Sono loro il futuro di Lamezia e della rinascita della nostra Vigor”.