Villa San Giovanni. Partito Comunista chiede dimissioni consiglio comunale
3 min di letturaLe vicende che nei giorni scorsi hanno scosso Villa San Giovanni hanno visto ben due destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere, sei destinatari di misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio di pubblici ufficio servizi e nove di ordinanza di custodia agli arresti domiciliari, tra i quali il sindaco della città e il Presidente del Consiglio di Amministrazione della società di navigazione “Caronte & Tourist S.p.A.
Comunicato Stampa
Numerose le condotte corruttive imputate, attraverso cui i manager indagati hanno promesso di elargire utilità agli amministratori comunali, che in cambio hanno asservito la loro pubblica funzione agli interessi privati della società di navigazione
Nella giornata di lunedì 23 dicembre, in occasione del Consiglio Comunale nel quale la maggioranza ha proposto, come ordine del giorno, una imbarazzante manifestazione di solidarietà al sindaco indagato, un presidio di protesta di comitati cittadini si è formato nella piazza antistante il municipio.
Il Partito Comunista ha partecipato a tale presidio diffondendo un volantino recante le proprie rivendicazioni sociali, che non possono essere separate da ciò che sta venendo alla luce a seguito dell’inchiesta.
Riguardo al Consiglio Comunale, la banale retorica pseudogarantista dei discorsi degli esponenti di maggioranza (o ex maggioranza) che mai è entrata nel merito delle colpe attribuite agli indagati, è una semplice conferma di come questi fatti abbiano fornito a tutti l’ennesima prova di chi detenga realmente il potere.
Riteniamo che il terremoto che ha colpito la giunta comunale villese non sia una semplice questione di legalità e rimarchiamo come la corruzione e il malaffare non siano la causa del problema, ma l’effetto di un sistema in cui il potere vero rimane saldamente in mano ai padroni, coloro che possiedono il capitale, che utilizzano tutta la loro forza economica, dunque anche politica, per imporre i propri interessi.
Ricordiamo come a Messina, in maniera perfettamente legale, Franza abbia imposto al Consiglio Comunale della città che nessuno sconto sulle tariffe fosse messo in atto nei confronti dei messinesi, accampando scuse di “uguaglianza sociale”, per salvaguardare i propri profitti milionari.
La questione non riguarda il rispetto della legge ma il profitto di pochi contrapposto ai diritti e alla salute del popolo. Inoltre denunciamo lo sfruttamento, i bassi salari e i danni alla salute che i dipendenti delle Caronti, sotto continuo ricatto, sono costretti a subire.
Il Partito Comunista denuncia e rilancia le vere priorità sociali: lavoratori, i disoccupati, gli strati popolari della nostra terra devono smettere di farsi stritolare dal ricatto occupazionale che mette in competizione salute e lavoro. Dobbiamo lottare per lo spostamento degli imbarchi nell’area di Bolano garantendo che la nostra gente non venga avvelenata ogni giorno.
Dobbiamo lottare per la nazionalizzazione, sotto controllo dei lavoratori, dei trasporti verso la Sicilia e le isole minori e dire basta con la dittatura dei padroni. Si devono pretendere trasporti pubblici e a prezzi popolari. Si deve esigere una politica di piena occupazione, in quanto il lavoro è un diritto fondamentale, non un favore clientelare.
Inoltre, chiediamo le immediate dimissioni di tutto il consiglio comunale!
Sappiamo che in questo sistema istituzioni del genere non sono altro che il comitato d’affari della classe dominante. Il Partito Comunista vuole far riemergere il coraggio di apporre la forza alla forza: i padroni della città hanno il capitale e le “conoscenze”, le classi popolari hanno la coscienza, l’organizzazione e la lotta.
Solo un forte movimento popolare, combattivo e organizzato può imporre il rispetto dei diritti dei lavoratori, della dignità della grande maggioranza del nostro popolo!
Partito Comunista Calabria