Vis-à-vis con Giuseppe Gaudioso
5 min di letturaIntanto, grazie, Giuseppe Gaudioso, per aver accolto il nostro invito! Per tutti coloro che hanno attitudini artistiche, parto d’emblée per farmi ricostruire il loro sguardo d’autore. Tieniti pronto, allora! Partiamo dalla tua formazione e dal rapporto con Zungri…
Grazie a voi per il nobile gesto di considerazione, la mia formazione parte fin da bambino quando mia nonna mi fece la proposta di creare alcuni pastori per il presepe, io incuriosito ed entusiasta non avevo idea di come si iniziasse, lei rassicurandomi mi disse: non ti preoccupari ca ti aiutu io (non ti preoccupare che ti aiuto io). Andammo con il nonno alla ricerca di argilla, armati di pala e piccone, ci mettemmo a scavare in determinati punti nei nostri terreni. Tornati dopo la raccolta del materiale necessario la nonna creava e io la copiavo, da questo punto in poi posso affermare che dentro di me è scoppiato un forte desiderio d’imparare e approfondire ancora di più attraverso gli studi. Per quanto riguarda il rapporto con Zungri direi che è parte fondamentale di me stesso perché è qui che mi sono formato, qui sono legati i miei ricordi, basti ricordare la mia fanciullezza con i miei coetanei, i miei parenti che non ci sono più e molto di più le nostre tradizioni. Non potrei mai dimenticarlo, Zungri è come una parte del mio corpo.
1) Crescere respirando un luogo d’arte o è la predisposizione personale – secondo te – a determinare la propria strada?
Direi più predisposizione personale, lo posso affermare adesso che all’età di 41anni, e come se mi girassi indietro e vedendo il passato capisco che fin dalla frequenza della scuola elementare avevo questa parte artistica inconscia, mi piaceva disegnare, i tasselli aggiunti dopo man mano crescevo si aggiungevano, vedi lo scossone della nonna, per me non fu un caso, non fu un semplice spassa tempo per intrattenermi, lei già aveva capito che potessi avere delle potenzialità.
2) Cosa rappresenta per te Zungri? Un luogo dello spirito ad accompagnamento delle tue opere o una finestra sul mondo per quella intrinseca morfologia che la innalza sulle vette per scendere giù fino al mare aperto agli orizzonti?
Rappresenta la mia famiglia, il mio passato e il mio presente.
3) Il tratto principale del tuo carattere.
La caparbietà, non arrendermi mai e accettare nuove sfide
4) Se dovessi definire l’arte con tre sostantivi, quali sceglieresti?
Soddisfazione, bellezza, emozione.
5) Il tuo primo lavoro artistico?
Il mio primo lavoro artistico me lo commissionò il mio parroco, il compianto Don Paolo Pietropaolo, mi diede fiducia di restaurare un’urna in legno dei primi del novecento che serviva per l’esposizione eucaristica nella domenica delle palme in cui vi erano presenti stucchi un po’ dismessi e pezzi mancanti, li ho dovuti ricreare e poi li ho dovuti dorare con della porporina.
6) Chi sono i soggetti delle tue produzioni d’arte?
Sono nella maggior parte arte sacra e sculture lapidei cimiteriali (parecchi privati mi affidano il rivestimento marmoreo di una cappella cimiteriale in cui richiedono decorazioni in rilievo e stili ben precisi).
7) Quanto tempo impieghi per realizzare una tua opera?
Questa è una bella domanda, il bello del realizzare un’opera è che non ha tempo, può nascere anche in pochi minuti come possono servire dei giorni. Dipende tutto dall’ispirazione dettata cervello che diventa operativa con la manualità.
8) Si dice che l’infanzia è il calderone fanciullesco della creatività: quanto di quel mondo riporti in arte?
Della mia infanzia riporto la felicità e la spensieratezza, perché senza le felicità in arte non riuscirei a trasmettere nulla. Mi limiterei solo a una statua priva di valori.
10) Il colore che ti rappresenta?
L’azzurro.
11) Ti è mai capitato di sognare un’opera da realizzare?
Si di realizzare un monumento equestre per una grande piazza.
12) Che tipo di rapporto lega un artista alla sua creazione? Riesci ad esonerare da te quanto crei o ri-crei o ognuna delle proprie produzioni te le senti addosso come parte inalienabile della tua persona?
Il rapporto che mi lega è che diventa parte di me stesso e una volta realizzata non vorrei che si staccasse da me, anche se a volte penso che sia giusto espandere ciò che si crea, altrimenti sarei egoista.
13) In ambito figurativo, quali esperienze dell’arte consideri importanti nell’elaborazione della tua concezione artistica?
Osservare le opere dei grandi artisti, non solo in scultura o pittura ma anche al modo letterario e filosofico.
14) Hai partecipato a mostre personali e collettive? Quali sono state le reazioni dei visitatori? Ti hanno mai partecipato domande relative alla genesi dei tuoi lavori o curiosità sottese alla tua personalissima visione del mondo?
Si certo ho partecipato a diverse mostre sia personali che collettive, le reazioni dei visitatori nella maggior parte sono state positive e molto apprezzate tant’è vero che da lì arrivano parecchie richieste da committenti per opere personali.
15) Una citazione d’autore a filosofia di vita?
“Noi artisti siamo dotati di una particolare sensibilità nell’assorbire e nell’esprimere quello che ci sta attorno, a volte senza nemmeno capire dove si può arrivare.” (Arnaldo Pomodoro)
16) Qual è il tuo rapporto con gli studenti? Quale responsabilità pensi di poter condividere da “Maestro d’arte”?
Direi ottimo e costruttivo, ho la responsabilità di tramettere arte e valori di vita con la consapevolezza che ognuno ha un diverso metodo di apprendimento.
17) Qual è – se c’è – la difficoltà degli artisti meridiani nel Mezzogiorno?
Direi che non ci sono tantissime difficoltà se non logistiche, intendo più spazi espositivi in cui la gente possa visitare con continuità l’arte di tutti gli artisti del mezzogiorno.
18) Perché i giovani – laddove ci fossero delle difficoltà, come riscontro sul territorio – non devono demordere, ma nutrire il loro spirito di bellezza e, quindi, d’arte?
Perché il bello inteso come arte sopprime il negativo, capire soprattutto che l’arte è soggettiva e non ha delle regole in cui esprimersi. Già il fatto di esprimersi con l’arte è una nota positiva.
19) Credi che sia credibile o utopistica la considerazione secondo cui la bellezza salverà il mondo?
Non è utopistica ma credibile, basta che ognuno di noi nel nostro piccolo s’impegni a costruire bellezza, sinonimo di positività.
20) Con quale motivo musicale congederesti il nostro incontro? Ti va bene il testo di Modugno “Nel blu dipinto di blu”? Credo che in questo volo di colore ci stia il volto cui è ri-volto il nostro esserci nel mondo: pezzi di cielo capaci di trascendere la materia…
Va benissimo e aggiungerei ….e volavo, volavo felice più in alto del sole….
Ciao Francesco e grazie ancora.
Francesco Polopoli