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Zini (Assindatcolf): “Vaccino a badanti per evitare rischi in famiglia”

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vaccino

Andrea Zini, presidente Assindatcolf (Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico), propone la vaccinazione per gli assistenti al fine di preservare la salute delle famiglie

“Mancano i vaccini? A questo punto, se non si possono vaccinare gli assistiti, almeno si vaccinino gli assistenti che comunque sono quelli che portano un maggiore rischio all’interno della bolla familiare”. Lo dice all’Adnkronos/Labitalia Andrea Zini, presidente Assindatcolf, Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, componente della Federazione Italiana Fidaldo.

“Noi – sostiene – abbiamo sempre ritenuto che il lavoro di cura, anche se reso in ambito familiare, non abbia nulla di diverso rispetto alle attività dei paramedici, sia in ospedale che nelle residenze protette. Per cui, per creare delle bolle di tutela degli assistiti e, quindi, dei familiari delle nostre famiglie associate, è necessario che vengano vaccinati”.

“Bene – afferma – prima la vaccinazione per gli over 85, poi degli over 65, anche se con quest’ultima ci spingiamo già a primavera inoltrata se non estate. Però abbiamo segnalato che mancava completamente una presa in carico degli assistenti”.

“Lo stesso viceministro Sileri – ricorda Andrea Zini – si è preso in carico la nostra richiesta, citando le badanti tra le categorie che svolgono attività lavorativa a rischio, ovvero a strettissimo contatto con le persone più fragili, anziani anche over 85, malati e disabili. Ma questo si scontra con la realtà dei fatti: parliamo di 460mila lavoratrici e più del doppio considerando gli irregolari che credo si dovrebbero comunque vaccinare”.

“Il problema – ammette il presidente di Assindatcolf – è la mole di persone da vaccinare tra assistiti e assistenti parliamo di almeno 2 milioni di persone. Sono numeri che rispetto all’approvvigionamento dei vaccini ci rimandano a dopo l’estate”.

“Inoltre – prosegue – si sono sommati due fattori. Primo: c’è una sorta di silenzio sul tema perché si solleva un problema legato agli extracomunitari, un problema politico. Secondo: c’è la presa di posizione di Francesco Landi, presidente della Società italiana di geriatria e gerontologia e responsabile del Day Hospital post-Covid del Policlinico Gemelli di Roma, che a proposito della scarsità dei vaccini, soprattutto quelli su cui si contava per allargare l’effetto gregge hanno dei limiti di età, sostiene che, se i vaccini anti-Covid a disposizione per gli over 65 sono disponibili in dosi minori rispetto al piano del governo, si dovrà provvedere allora a somministrarlo ai loro contatti: dalle badanti a chi se ne prende cura”.

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